Anche quest’anno, sarà Parma a ospitare la presentazione della Guida Rossa, a conferma del ruolo centrale al’interno del cibo.
Per gustare la cucina parmense bisogna andare per osterie e trattorie. E ha senso anche uscire dalle mura, perchè nel raggio di 30/40 km si trovano locali che valgono il viaggio.
Cosa dobbiamo assaggiare necessariamente?,obbligatori i salumi se non siamo vegani.
Il Prosciutto di Parma DOP nasce in aziende famose, tra la piccola capitale e Langhirano, con un invecchiamento di 24, 36, 48 mesi con risultati incredibili.
Il Culatello di Zibello DOP è un’altro mito raffinatissimo che si celebra nella cittadina a 40 km Zibello dove risiede uno dei produttori principali stella Michelin.
Sono da assaggiare anche il Salame Felino IGP, la Coppa di Parma IGP, la Mariola di Salame e la Spalla Cotta di San Secondo, vera prelibatezza che si può godere fredda ma ancora meglio tiepida con la torta fritta o il pane fresco. Se la trovate in carta o ve la segnalano, è assolutamente da scegliere.
Pensando alla cucina il simbolo di Parma è rappresentato dai tortelli di erbette: rettangoli di pasta ripiegati, contenenti un ripieno a base di erbette (bietola o in alternativa spinaci), ricotta e Parmigiano Reggiano (altra DOP). Vengono conditi con burro, salvia e ancora Parmigiano: ogni cuoco di casa o professionista ha la sua versione e il dibattito sulla qualità del piatto anima le conversazioni.
Gli anolini in brodo vengono considerati al pari dei tortelli aventi stracotto al loro interno.
In stagione sono da assaggiare i piatti preparati con i funghi di Borgotaro, Capitale Europea del Fungo Porcino tra i più rinomati d’Italia con la IGP mentre chiudere l’esperienza con qualche scaglia di Parmigiano Reggiano lo si può fare per tutto l’anno.
A seguire il link al Sito Parma City of Gastronomy circuito enogastronomico di cui siamo parte
http://www.parmacityofgastronomy.it/settembre-gastronomico/